lunedì 31 gennaio 2011

Quel "brutto periodo" che diventa Depressione

A tutti capita di avere delle giornate "storte": giorni in cui sembra che tutto vada male, che tutti ce l'abbiano con noi, giorni in cui non crediamo in noi stessi e ci sentiamo travolti dagli eventi che ci accadono.
Ma poi, spesso e per fortuna, il giorno dopo va meglio o magari già alla fine della giornata, quando tornati a casa ritroviamo le nostre sicurezze e gli affetti che ci fanno stare bene.
Giornate così capitano molto frequentemente perchè non possiamo prevedere e prevenire tutto nella vita..
La variabile X che va storta e, di conseguenza, altera i nostri progetti e il nostro umore c'è sempre.
Ma, aggiungerei, per fortuna che c'è questa variabile X: è anch'essa che ci insegna qualcosa e ci permette di crescere come persone e, soprattutto, le circostanze che ci fanno stare male e ci rattristiscono molte volte ci permettono di godere maggiormente di ciò che ci fa stare bene.
Alle volte capita purtroppo che la giornata "NO" continui anche il giorno seguente e nei successivi anche.
Allora tutto comincia a diventare cupo e grigio; si perde interesse per ciò che prima si trovava attraente e piacevole, la motivazione a fare qualcosa diminuisce e con essa la propria autostima.

sabato 15 gennaio 2011

Essere diversi

Questa bella "favola" l'ho trovata su internet e mi ha commosso abbastanza.
Mi ha fatto riflettere molto sulle possibilità che tutti abbiamo di poter amare incondizionatamente tutti, specie chi ci è vicino e, soprattutto, la possibilità di poter pensare liberamente e senza pregiudizi perchè non sappiamo chi fra coloro che ci sono vicini, in particolar modo, possono portare dentro di sè una sofferenza immensa perchè si sentono diversi ed hanno paura della solitudine..

Il Papavero

Il Sole è un contadino solerte che quando cambia coltura non avverte, egli ama ciò che è variegato e il creato lo vuole assai colorato.
Un di lontano voller colorar un campo di grano e semi diversi mescolò tra essi...
Una famiglia di Spighe vide nascere tra le sue radici un Papavero.
"Che strano?Cosa sei?" Dissero.
E il Papavero nel guardarsi intorno vedendo solo Spighe rispose:
"Sono una Spiga!"
Le Spighe cominciarono a ridere e il Papaverò restò interdetto chiedendo a se stesso:"Cosa avrò mai detto?"
"Quindi saresti una spiga?"
"Credo di si!"
Rispose ora meno sicuro.
"Voi siete Spighe e poichè sono nato tra le vostre "radici", cosa altro potrei essere, se non una Spiga?"
"Tu non sei una Spiga, sei un Papavero!"
Dissero con disprezzo gli altri.
Il Papavero si intristì e dentro se ne morì.
"Ma voi siete la mia famiglia?"
"In famiglia ci si somiglia e tu, seppur con noi intrecci radice, è la tua natura che ti contraddice"
Scese la Notte e il povero Papavero si addormentò piangendo. L'indomani mattina al sorgere del Sole un forte rumore prese a riempire l'aria e il campo di Grano fu interamente mietuto. Il Papavero non ebbe nemmeno il tempo di un ultimo saluto, le Spighe erano tutte sparite.
"Dov'è la mia famiglia?"
Chiese disperato al Sole.
"Anche se mi hanno accolto girandomi il volto, io per loro tanto amore porto."
"Lo so Papavero, in realtà non sono spariti davvero ma oggi è sparita la tua falsa identificazione in qualcosa che non ti somiglia, saranno sempre e sono la tua famiglia ma ora osserva bene questo campo che c'è chi davvero ti somiglia."
Il Papavero si guardò attorno ed ora che nel campo erano sparite le Spighe si ergevano al Sole alti e fieri un mare di Papaveri e nel loro cuore ci vide tanto amore. In quell'istante il Papavero capì di non essere solo e accettò la sua natura finalmente, nel cuore e soprattutto nella mente.
E il Sole disse:
"Il creato è una varietà di colore ma ogni sfumatura si chiamerà Amore, smetti di specchiarti in ciò che non ti somiglia, tu sei diverso ma questa diversità porterà la luce all'umanità. Il diverso altro non è che un colore dell'Universo."
Il Papavero chiuse gli occhi per un istante, le lacrime ormai lo sommergevano e quando li riaprì tutto era ritornato come la sera prima, le sue radici di nuovo intrecciate alle Spighe che continuavano a voltargli la faccia.Ma qualcosa era cambiato dentro di lui, il suo modo di identificarsi e di riferirsi alla Vita.Prese a crescere ergendosi fiero e le Spighe notarono il cambiamento e lo guardarono ammirate dicendo:
"In te brilla una luce davvero bella, tu non sei una Spiga sei un Papavero".
E il Papavero orgoglioso rispose:
"Lo so!Il diverso è un colore dell'Universo."

"Lorenzo ti è piaciuta la favola?"
"Mamma ma non credi che io sia grandicello per ascoltare ancora le tue favole?"
"Non si è mai abbastanza Grandi!"
Rispose la madre nel sorriso.
"Mamma e se io fossi stato diverso come il Papavero?Tu mi avresti girato la faccia come le Spighe?"
"Figlio mio io non ti avrei girato la faccia, perchè l'Amore guarda al cuore e non agli atteggiamente e non alle parole. L'Amore è intuitivo e comprensivo, è apertura mentale anche quando fa male, l'Amore abbatte le frontiere e le persone rende vere non bandiere, l'Amore è quella cosa che con la discriminazione mai si sposa. Io ti avrei amato anche se diverso fossi nato, saresti sempre il mio figlio adorato"
"Mamma io sono gay."
"Lo so amore mio."
Disse la Mamma abbracciandolo forte.

venerdì 14 gennaio 2011

Parliamo di sesso...senza scandalizzarci!!

Perchè sono di una settimana fa le notizie, date un giorno dopo l'altro, che hanno fatto gridare allo scandalo, anche se nei telegiornali sono state date con un dolce sorriso stampato in volto...
Mi riferisco alle notizie della quattordicenne e dell'altra sua coetanea che hanno dato alla luce un bambino in così tenera età......
Nei giorni seguenti è subito scoppiato il putiferio, in tv, alle radio, su internet, grazie ad esperti di OGNI genere che hanno detto la loro su come sia stato possibile arrivare a tutto ciò (una gravidanza di una quattordicenne...).
Poco più di una ventina di anni fa, nel mio paese d'origine, un piccolo paesotto nella provincia di Taranto, ricordo benissimo che ci sono stati vari casi di giovani donne (anche dodicenni) rimaste incinte.
Non erano casi frequenti, certo, ma c'erano, come immagino ci sian sempre stati.
Parlo però di oltre vent'anni fa e di un paesino dove tutti conoscono tutti e, quindi, il malcapitato giovanotto che avesse pur voluto dar sfogo ai propri bisogni ormonali in maniera sicura era sempre molto restio ad andare nella farmacia del paese, dove sarebbe stato squadrato da capo a piedi, identificato fino alla terza generazione precedente, guardato con disgusto quasi e sdegno (specie dalla onnipresente vecchina che ti ritrovi di fianco in queste situazioni) perchè alla sua età stava per comprare dei preservativi e, quindi, usarli per fare del sesso! Ovviamente, prima ancora che il baldanzoso ragazzotto uscisse dalla farmacia sarebbe già stato sulla bocca di tutti e, probabilmente, il parroco locale sarebbe stato a casa sua a compiere un esorcismo....

lunedì 3 gennaio 2011

Quando la diversità genera odio e violenza

http://www.ilgiornale.it/milano/aggressione_gay_presi_due_ultra_milan/02-01-2011/articolo-id=497173-page=0-comments=1

http://www.gay.tv/articolo/1/13714/Milano--spedizione-omofoba-al-grido-di--ricchioni--froci-

Il primo è l'articolo apparso ieri sul quotidiano "Il giornale" mentre il secondo link è lo stesso articolo riportato dal sito gay.tv.
Siamo appena entrati nel 2011 e già leggiamo di episodi di violenza verso altre persone e, in questo particolare caso, omofoba.
È appena finita la prima decade del III millennio; siamo nel XXI secolo: la scienza, la cultura, l'uomo ha fatto passi inimmaginabili in ogni campo dello scibile eppure....
Eppure ancora oggi leggiamo notizie come questa, che narrano di millenni di ignoranza che non riesce ad evolversi in qualcosa di fruttuoso, come è stato molto dell'operato dell'uomo civile sino ad oggi.
Secoli e secoli di lotte e guerre, di uomini che hanno sacrificato se stessi per degli ideali di uguaglianza, per far si che la ragione del singolo non prevaricasse su quella di molti e del debole, per far si che il buon Darwin ci avesse visto giusto teorizzando "l'evoluzione della specie"...
Ma quale specie??Non si intendeva certo il più forte vince e prende tutto o ammazza tutti.
Anche se ancora in vari parti di questo mondo si fa la guerra per i propri ideali, quando la questione tocca direttamente il proprio Paese è un pò diverso, forse..
Allora mi chiedo: come stanno crescendo questi giovani d'oggi? Di cosa si nutrono le loro menti per permettere che ancora vi siano comportamenti come questi?Comportamenti messi in atto per il solo scopo di intimidire, umiliare, privare della dignità un altro essere umano.
E non importa se la vittima sia gay, di una razza differente, una donna "indifesa" o il barbone già umiliato dalla vita; importa solo che venga punito e diventi oggetto di odio e violenza perchè esiste.
Ci si arroga il diritto di giudicare e condannare chi è diverso da se stessi in nome di non so quale valore personale.
La domanda è: come è possibile che dopo secoli di conquiste per l'uomo, questi non riesca ancora a raggiungere la più alta che possa esistere e cioè l'accettazione degli altri suoi simili?
Un invito ai giovani e ai loro genitori: i valori importanti della vita sono tanti e in primis è la vita stessa il valore più caro a tutti.
Calpestare questo primo e fondamentale valore, il diritto a vivere, ci rende molto simili alle bestie che lottano per il proprio territorio, seguendo l'istinto e la propria legge personale.
Ai miei figli insegnerò l'arte di amare e rispettare la dignità, perchè un giorno possano capire che affinchè venga rispettata la loro di dignità devono prima sapere cosa sia ed aver imparato a rispettarla.

domenica 2 gennaio 2011

La verità fa male..a chi?

Nel testo di una famosa canzone, la verità "mi fa male", quindi ci si assume la responsabilità delle proprie bugie, anche se, sempre nello stesso testo, viene anche avanzata la scusa del "nessuno mi può giudicare".
A chi farebbe male dunque la verità? A colui a cui viene detta una bugia o allo stesso che è colpevole di mentire?
Punti di vista, ovviamente. Nelle relazioni, di qualunque tipo, capita molto spesso di mentire, consapevolmente e non.
La domanda, ovvia, è perchè mentiamo.
Uno studio di qualche anno fa (Feldman e coll.) afferma che la gente mente perchè funziona.
Funziona, probabilmente, per salvaguardare un rapporto, per essere benvisto dagli amici, per ottenere favori da qualcuno e anche a lavoro; insomma, alle volte mentire potrebbe aiutare, fino a quando non si viene scoperti.
Tutti mentiamo: dalle innocenti bugie bianche, quelle fatte a "fin di bene" per intenderci, alle bugie ben più complesse e articolate, frutto di azioni di cui ci si pente e ci si sente colpevoli, con i conseguenti sentimenti di vergogna e colpa.
Mentendo pensiamo, spesso, di salvaguardare il bene dell'altro, di evitargli un dolore "inutile".
Spesso funziona e riusciamo a far tacere la nostra coscienza; migliora anche la nostra autostima, a volte, e il nostro senso di efficacia.
In effetti, se ci facciamo un serio esame di coscienza, stiamo salvaguardando noi stessi, innanzitutto.
A qualcuno sembrerà scontato ma mentire è un atto decisamente egoistico: voglio tenerti al sicuro da una sofferenza (desiderio manifesto di chi mente) ma, soprattutto, mi risparmio il dolore provocatomi dal senso di colpa nei tuoi confronti.
Se siamo onesti con noi stessi, molto spesso è questo ciò che accade quando mentiamo.
Alle volte è necessario, lo so; non dico che dovremmo diventare tutti onestissimi e impeccabili, sarebbe impossibile.
Ma almeno chiederci, ogni volta che mentiamo a qualcuno cui vogliamo bene, se davvero lo stiamo facendo per evitare una sofferenza a questa persona o a noi stessi.
Il "nessuno mi può giudicare" diventa una scusa di comodo se ci vanno di mezzo i sentimenti di un'altra persona.
Ricordiamoci cosa significa essere assertivi: saper riconoscere le proprie emozioni, i propri pensieri e i propri desideri e comunicarli agli altri onestamente e direttamente, assumentodoci la responsabilità delle nostre azioni ed emozioni.
E assertivi lo dobbiamo essere con noi stessi in primis: se il mentire calpesta i diritti della persona cui vogliamo bene (che sono gli stessi che abbiamo noi!) forse dovremmo chiederci se il nostro atto porterà vantaggio solo a noi ed analizzare attentamente le emozioni negative che proviamo e che ci porterebbero a mentire.
Molto spesso ciò che fa davvero male all'altra persona non è ciò che la menzogna nasconde ma il fatto stesso di mentire. Mentire per un presunto o, perchè no, certo "fin di bene" deve tenere in considerazione le conseguenze che potrebbero venire: dove ci sono le migliori motivazioni per un atto, spesso, è l'atto stesso ad essere causa di sofferenza.
Affrontiamo le nostre emozioni negative, abbracciamole e accettiamole, accettando con esse la possibilità di sbagliare che è parte della nostra natura imperfetta.
Evviva la bugia bianca detta veramente a fin di bene ma occhio a non diventare bugiardi patologici.
Nessuno ci può giudicare ma solo se siamo noi giudici onesti di noi stessi.
Essere onesti con se stessi e con le persone che ci sono vicine diventa il seme da cui nasce il bel fiore del perdono.

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